Formaggio e colesterolo: realtà o fake news?
“Il formaggio fa male”. Chi di noi non se l’è sentito dire almeno una volta da qualcuno per spiegare la scelta di eliminare latte e derivati dalla dieta? O chi non l’ha letto su un post sui social che propugna un’alimentazione senza formaggio?
Gli argomenti possono essere diversi. Però, spesso, i critici dei latticini supportano le loro decisioni in campo alimentare citando preconcetti infondati o vere e proprie fake news.
Dal colesterolo alto, all’osteoporosi, intorno al formaggio sono sorti miti e false credenze che hanno moltiplicato i dubbi sul reale valore nutritivo di uno degli alimenti tradizionali più presenti sulle tavole degli italiani. Dove sta la verità? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Formaggi e colesterolo
Come gran parte degli alimenti di origine animale, anche la grande famiglia dei prodotti derivati dal latte presenta una “quota” di colesterolo. Ma come in tutte le famiglie, i vari componenti non sono tutti uguali. Si va da un contenuto “minimo” come quello presente nello yogurt (5 mg o meno per 100 g), a quello massimo, del burro (circa 200 mg).
Se si guarda ai formaggi, anche in questo caso c’è molta varietà. Nei formaggi magri la quantità si aggira attorno ai 50 mg per 100 grammi di prodotto (è il caso della ricotta e della mozzarella). In altri casi, raggiungono o superano la soglia dei 100 mg.
Formaggio = colesterolo? Certo che no.
Molti sono abituati, erroneamente, a fare un abbinamento automatico tra formaggi e colesterolo. Ma è davvero così? Per fare un confronto con altri alimenti, potremmo dire che la quantità di colesterolo contenuta nei formaggi stagionati non è poi così elevata. Secondo i dati INRAN/MiPAF un etto di pollo arrosto contiene 119 mg di colesterolo. Nei molluschi, come cozze o gamberetti, il colesterolo è fra i 120 e i 150 mg per 100 g. In alcuni salumi e nelle frattaglie si arriva a quantitativi superiori ai 200 mg (fino a 500 mg, ad esempio nelle animelle di bovino). Per non parlare delle uova, in cui arriviamo a 370 mg per un etto di prodotto.
Colesterolo e formaggi: buono o cattivo?
Per gli amanti del formaggio c’è una buona notizia. Quando si parla di colesterolo non è solo la quantità che conta. Ma anche la tipologia. I nutrizionisti da tempo distinguono tra LDL e HDL. In estrema sintesi: il primo (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) è direttamente correlato al rischio cardiovascolare. Il secondo invece (“colesterolo buono”) favorisce la sua riduzione. Ed ecco il legame tra formaggi e colesterolo. Numerose ricerche scientifiche negli ultimi anni hanno concluso che il consumo di formaggi non comporta di per sé un aumento del colesterolo LDL, mentre sembra favorire l’HDL. Consumati nell’ambito di una dieta equilibrata i formaggi contribuiscono a mantenerci in salute.
Formaggio e salute
Alla domanda “il formaggio fa male?” possiamo, quindi, rispondere tranquillamente di no. La regola della buona salute, come sempre, è inserire ogni alimento nel contesto di una dieta equilibrata senza eccessi in un senso o nell’altro. I formaggi hanno numerose qualità nutritive. Oltre alle proteine di alto valore biologico e al calcio, sono anche fonte di vitamine utili e altri microelementi.
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