Il formaggio nel presepe

Cosa c’entra il formaggio nel presepio? C’entra c’entra… Nel tripudio di casette, lucine, stelle, angeli e pastori, anche i derivati del latte trovano per tradizione il loro posto in una simbologia che si perde nella notte dei tempi.

Per scoprire come, dobbiamo immergerci nel fascino e nei misteri del presepe napoletano, per ricercare il profumo dei formaggi tra le classiche statuine dai significati simbolici profondi come la bella lavandaia e l’uomo che dorme…

Il formaggio nel presepio napoletano e non solo

Il presepio napoletano è una tradizione antichissima e, pare, che i suoi canoni si siano definiti fin dal Seicento. Oltre ad essere una rappresentazione sacra della nascita di Gesù, il diorama natalizio offre anche uno spaccato della società dell’epoca. Mentre i Re Magi si avvicinavano alla grotta della Natività, infatti, intorno a loro gli abitanti procedono con la propria vita di tutti i giorni e le relative mansioni quotidiane. Tra queste ci sono i “venditori di cibo” che hanno un ruolo ben preciso nella simbologia legata al presepe. Ma in questo scenario, tutto – dagli elementi del paesaggio passando per le varie statue tradizionali – ha anche un significato simbolico.

I venditori

Tra le figure classiche vanno annoverati i venditori di cibo. Le statuine tradizionali dei venditori nel presepe napoletano sono 12 e rappresentano ciascuna un diverso mese dell’anno. Accanto al salumiere e al pollivendolo, ai venditori di ciliegie, di pomodori e di cocomeri, al farinaro e al vinaio, c’è anche il venditore di formaggi e ricotta. Nel loro complesso queste figure raccontano della caducità della vita terrena e dalla necessità di nobilitare la propria esistenza con il lavoro. Ecco, dunque, che la filatrice mostra lo scorrere del tempo, il pescatore rappresenta la vita, il cacciatore la morte. Inoltre, c’è un legame anche con gli elementi naturali di terra, aria, acqua e fuoco…

Il venditore di formaggi nel presepe

E il venditore di formaggi? Questa statuina, abbinata allegoricamente al mese di febbraio, ha un suo significato storico, ma anche simbolico. Viene rappresentato a volte dietro una bottega ben fornita, spesso mentre parla con un cliente. In altri casi viene raffigurato nell’atto di rimestare il latte cagliato: l’emblema del tempo che ritorna, come nel ciclo annuale delle stagioni e quello mensile delle fasi lunari. Il formaggio è anche un elemento simbolico di per sé: ha bisogno di attesa per maturare, come i fatti della vita. Con la sua presenza nel presepio, il venditore di formaggi e ricotta (detto anche “ricottaro”) ci ricorda l’esistenza di un tempo inesorabile che tutto trasforma.

Non dimenticate, quindi, di inserirlo nel vostro presepe. Ma occhio a non guardarlo troppo o vi verrà fame!

Buon Natale!

 

 

Fonte: verdelatterosso.it