Lattosio negli alimenti: secondo la scienza meglio non eliminarlo del tutto

Bandire del tutto il lattosio negli alimenti è “inutile e dannoso” secondo le linee guida alimentari italiane. La maggior parte degli intolleranti al lattosio può assumerne 12 g senza patire effetti collaterali.

Bandire il lattosio negli alimenti è “inutile e dannoso”

“La maniacale ricerca di tracce di lattosio negli alimenti e addirittura nei farmaci è priva di senso”. A dirlo sono le Linee Guida per una sana alimentazione italiana: il riferimento nutrizionale nazionale, recentemente aggiornate dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) e pubblicato sotto l’egida ministeriale. Andare a cercare col lanternino il lattosio negli alimenti per eliminarlo dalla propria dieta è, insomma, un’operazione inutile e anche potenzialmente dannosa: parola di scienziati. Vediamo perché.

Attenzione agli alimenti senza lattosio

L’intolleranza al lattosio è seria quando anche l’assunzione di pochi grammi di questa sostanza comporta delle criticità. In questo caso è necessario eliminarlo e una soluzione può essere il ricorso ad alimenti senza lattosio. In commercio ci sono numerosi prodotti specifici delattosati.

Tuttavia spesso capita che qualcuno, senza adeguata diagnosi, “si senta intollerante” e scelga, perciò, alimenti senza lattosio. Questo, sempre secondo le Linee Guida del Crea è un comportamento che può avere ripercussioni negative sull’organismo.

Eliminare il lattosio dalla dieta può portare intolleranza secondaria

Perché eliminare il lattosio negli alimenti può essere dannoso secondo gli esperti? Introdurre una certa quota di zucchero del latte, infatti, è importante per mantenere attiva la “lattasi”. Si tratta dell’enzima presente nella mucosa dell’intestino che consente la digestione del lattosio e che si può inattivare, se non utilizzato. È il fenomeno della cosiddetta intolleranza secondaria, indotta proprio dalla prolungata assenza del consumo di latte e derivati.

Sviluppare un’intolleranza secondaria non è consigliabile per ovvi motivi. Per mantenere (o ripristinare) la funzionalità della lattasi – sottolineano le Linee Guida per una sana alimentazione italiana – è consigliato assumere piccole quantità giornaliere di latte o yogurt, accompagnate da altri cibi e non a stomaco vuoto.

Qual è la dose di latte e formaggi consigliata dai nutrizionisti?

A parte la necessità di mantenere attiva la lattasi per digerire il lattosio negli alimenti, i nutrizionisti del Crea indicano anche le razioni quotidiane o settimanali di latte, yogurt e formaggi consigliate nell’ambito di una per una tipica dieta bilanciata.

Il consumo di latte o yogurt indicato per una nelle linee guida alimentari italiane è di 3 porzioni da 125 g al giorno, pari a tre bicchieri piccoli o tre vasetti.

Per quanto riguarda i formaggi invece si consigliano tre porzioni a settimana da 100 g di formaggio fresco o da 50 g di formaggio stagionato.

Queste dosi nell’ambito di una dieta varia ed equilibrata, garantiscono un corretto apporto di calcio, sali minerali e proteine di cui latte e derivati sono un’ottima fonte.