Le nuove linee guida per una sana alimentazione italiana promuovono latte e derivati
Tre porzioni di latte o yogurt al giorno e tre alla settimana di formaggi. È una conferma importante quella ottenuta dai latticini dalle nuove “Linee guida per una sana alimentazione italiana”. Si tratta del documento di riferimento in materia alimentare redatto dal CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. Pubblicate per la prima volta nel 1986, le linee guida vengono costantemente revisionate alla luce di “tutte le pubblicazioni scientifiche edite nel settore dell’alimentazione”.
Il testo, aggiornato nel 2018 da un comitato di oltre 65 esperti, è stato recentemente pubblicato sotto l’egida del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf). Rispetto alla precedente edizione sono state mantenute le frequenze di consumo suggerite per latte e derivati. Una conferma importante – lo ribadiamo – anche alla luce delle molte credenze infondate che circolano intorno ai latticini. Fake news che hanno contribuito in Italia a un calo del consumo di latte e formaggi al di sotto dei livelli raccomandati dai nutrizionisti.
Latte, yogurt e formaggi: la “Regola del 3”
Nelle Linee guida per una sana alimentazione italiana, il CREA fornisce, tra consigli utili anche circa la frequenza di consumo dei principali alimenti. Obiettivo: organizzare al meglio la propria dieta quotidiana, rendendola equilibrata e il più possibile salutare. Questo documento, nello specifico, traduce in indicazioni alimentari pratiche gli obiettivi nutrizionali fissati nei “Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia” (LARN) per la popolazione italiana.
Sul fronte “latte e derivati” i suggerimenti degli esperti circa le porzioni standard da assumere sono facili da ricordare. Potremmo definirla “Regola del 3”
Latte o yogurt: 3 porzioni al giorno
Formaggi: 3 porzioni alla settimana
Dosi di riferimento per latte e formaggi nelle linee guida per una sana alimentazione italiana
Latte: 125 ml (pari a 1 bicchiere piccolo o 1 tazza da cappuccino).
Yogurt e altri tipi di latte fermentato: 125 g (equivalenti ad un normale vasetto)
Formaggi fino al 25% di grassi (meno di 300 kcal/100 gr): 100 g. Parliamo, per esempio, di ricotta, mozzarella, stracchino, Provolone, ecc.
Formaggi con più del 25% di grassi (oltre 300 kcal/100 gr): 50 g. Tra i prodotti: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, ecc.
A proposito di Grana e Parmigiano, le linee guida chiariscono il loro uso come condimento. Aggiungere un cucchiaio di formaggio grattugiato a un primo piatto, va considerata 1/5 di porzione di formaggio. Tradotto: 5 cucchiai = 1 porzione.
Il latte in Italia è amato, ma non se ne beve abbastanza
A conti fatti, dunque, in un giorno si dovrebbero bere 375 ml di latte, ovvero 3 bicchieri piccoli. (Sostituiti eventualmente da altrettanti vasetti di yogurt) Come stanno, però, le cose in Italia sul fronte del consumo di latte?
Il latte si conferma la bevanda più acquistata dalle famiglie italiane: battuti succhi di frutta e bibite. Gli italiani spendono 6,5 miliardi di euro all’anno per comprare latte. I dati emergono dalla ricerca Doxa “Gli italiani e il latte”, presentata lo scorso giugno in occasione della Giornata mondiale del Latte.
Tuttavia si beve meno latte di quel raccomandano gli esperti. Nel nostro Paese se ne consumano in media 115 ml al giorno contro i 375 ml suggerite dalle Linee guida per una sana alimentazione italiana. Si beve, cioè, solo una delle tre porzioni quotidiane consigliate. Perché?
Le fake news che “inquinano” il latte italiano
In Italia ogni anno vengono prodotte 11 milioni di tonnellate di latte vaccino. I dati sono di ISMEA, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, relativi al III trimestre 2019. A livello di consumi, tuttavia, si registra un calo. Paradossalmente, da una parte le linee guida per una sana alimentazione italiana hanno confermato i livelli di assunzione. Dall’altra il consumo di latte fresco si è ridotto su base annua del 2,1%.
I motivi di questo calo sono molteplici: dalla diminuzione delle nascite a cambiamenti nello stile alimentare. Un contributo a questi ultimi viene dato anche da fake news ed allarmismi alimentari che nulla hanno di scientifico. Informazione errate e pregiudizi sono un mix che può fare molti danni anche tra i consumatori abituali.
Tra le fake news più diffuse c’è quella secondo cui “il latte fa male alle ossa”. Non è vero. Il latte contribuisce con il calcio al normale sviluppo dello scheletro. Inoltre fornisce proteine nobili, ad alto valore biologico, carboidrati e grassi ottimi come fonte di energia. Senza dimenticare minerali preziosi come magnesio e fosforo.
Formaggi: occhio alle fake news!
Anche i formaggi devono fare i conti con fake news. Tutto ciò nonostante le Linee guida per una sana alimentazione italiana li promuovano a pieni voti. Il consumo di formaggi è consigliato in una dieta equilibrata e varia. È falso per esempio la credenza diffusa da certe fonti che la caseina fa male all’organismo e che potrebbe addirittura favorire l’insorgere di tumori.
Un’altra credenza da superare è l’associazione formaggi = colesterolo. Varie ricerche scientifiche hanno dimostrato che il consumo di formaggi non comporta di per sé un aumento del colesterolo LDL (il “colesterolo cattivo”). Sembra favorire invece l’HDL (il “colesterolo buono”). Consumati nell’ambito di una dieta bilanciata, insomma, i formaggi possono aiutare a mantenerci in salute.
Fonte: verdelatterosso.it